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Peter Hopkirk, Sulle tracce di Kim. Il Grande Gioco nell’India di Kipling

Aprile 3, 2021

È stato l’ultimo libro scritto da Peter Hopkirk, l’autore de Il Grande Gioco che ci ha fatto conoscere il conflitto tra inglesi e russi durante l’intero l’Ottocento per il controllo di un territorio vastissimo che va dal Caucaso e al subcontinente indiano. E non poteva che chiudere così la propria carriera letteraria il grande scrittore inglese, andando in India e Pakistan provando a ripercorrere le orme dei luoghi e dei personaggi del Kim di Kipling, opera che ha segnato la sua anima di lettore prima e autore dopo, insieme a una intera generazione di scrittori di viaggio britannici che non sono mai riusciti a staccarsi, almeno spiritualmente, dal Raj e dai luoghi magici dell’India.

Perché il viaggio letterario richiede devozione, ricerca, fede, tempo, pazienza. Spesso si seguono intuizioni o impressioni all’apparenza insignificanti. Molto più spesso si arriva al luogo ricercato e si trovano macerie, materiali e spirituali, o targhe scolorite dal tempo, o semplicemente non rimane che l’energia di un luogo che non c’è più ma che continua a riecheggiare nell’anima dei lettori. È questo che spinge Hopkirk ad andare avanti, addentrandosi nei luoghi di Kim e di una imperialità decaduta ma che ancora emana lo spirito dell’avventura, delle descrizioni tonificanti dei paesaggi, delle atmosfere dei popoli del tempo.

Ma senza il confronto con la contemporaneità, il viaggio letterario rimane una prosa monca, quasi irrilevante ai fini della comprensione profonda del luogo. Perché se oggi c’è un confine, rispetto ai tempi di Kim, tra il Pakistan e l’India, bisogna sapere che questa spartizione nel 1947 ha lacerato l’equilibrio millenario tra confessioni differenti, e inondato di sangue e violenza intere generazioni di hindu e musulmani. E il lavoro di Hopkirk impressiona anche per questa capacità innata di accompagnare i luoghi letterari e della storia con le vibrazioni del presente, ciò che fu con ciò che ne è evoluto, ciò che si ricerca con ciò che se ne scopre.

Il viaggio di Peter Hopkirk in India e Pakistan sulle orme di Kim è avvenuto nel 1996, poco meno di cent’anni prima dell’uscita del capolavoro di Kipling. Oggi Kim è ancora ristampato in moltissime lingue, ha raggiunto circa le dieci milioni di copie vendute nel mondo, e continua a essere un riferimento per la letteratura di avventura mondiale. Ma dietro la scrittura di formazione si celano in chiaroscuro i protagonisti e le atmosfere del Grande Gioco, ed è questo che Hopkirk è andato a scovare, trasformando la sua missione spirituale in un’opera magnifica e in un nuovo pilastro indissolubile della letteratura di viaggio contemporanea.

Abbiamo fatto due chiacchiere a riguardo con Manuel Grillo, Direttore della rinata casa editrice Settecolori che inaugura il suo nuovo corso, a partire da questo 2021, proprio con il libro di Hopkirk, prima traduzione italiana in assoluto, con cui rientra di gran classe tra i protagonisti dell’editoria nostrana indipendente. Buona lettura!

Come rinasce la casa editrice Settecolori e perché proprio la scelta del libro di Hopkirk come primo testo del nuovo catalogo?

C’è stato il felice incontro fra la mia volontà di riprendere in mano quanto creato da mio padre Pino Grillo, che fondò la casa editrice nel 1978 e che restò aperta fino al 2000 anno della sua dipartita, e il desiderio di amici vecchi e nuovi, appassionati di libri e di editoria, di fare una casa editrice diversa dalle solite e avente come unico comun denominatore la bellezza delle scelte editoriali. Il tutto con una cura editoriale particolare: una bella carta, una bella grafica, edizioni numerate per i soci sostenitori, eccetera.

Abbiamo scelto come primo libro il Peter Hopkirk Sulle tracce di Kim perché riuniva in sé più elementi: un libro di viaggio e insieme una detective story letteraria, il rimando a un classico dell’avventura, il piacere di viaggiare con la mente in un subcontinente che ancora oggi colpisce il nostro immaginario.

Cosa ha significato Kim per la letteratura del Novecento e come si è evoluta a oggi, secondo te, la forma del romanzo-avventura?

In parte ho già risposto a questa domanda, ma, andando più in profondità riguardo al Kim di Kipling, siamo naturalmente di fronte a uno dei capolavori del romanzo di formazione del Novecento, alla pari degli ottocenteschi L’isola del Tesoro, La Certosa di Parma…Dico di formazione, perché è molto di più rispetto al classico genere di evasione-avventura.

Secondo te, potrebbero in futuro libri come questo di Hopkirk sostituire le lonely planet&co.?

Sono tipologie diverse, fatte però per sostenersi a vicenda. Le Lonely ti danno degli strumenti pratici, o meglio degli spunti che ti consentono di organizzare meglio quello che resta comunque un viaggio individuale. Resta il fatto che in un mondo sempre più interconnesso è necessario trovarsi strade diverse rispetto a un “altrove” che, come tale, in fondo non esiste più. Il viaggio letterario “sulle orme di” può essere una di queste.

Altri autori di scrittura itinerante nel mirino della Settecolori?

Usciamo proprio in questo mese di aprile con Baionette a Lhasa, di Peter Fleming, il racconto dell’incredibile invasione inglese del Tibet nel 1904, fatta da un corpo di spedizione guidato dal colonnello Francis Younghusband e che si concluse con la ritirata dell’intero contingente e con il ritiro delle truppe e la messa sotto accusa dello stesso Younghusband, colpevole solo di aver eseguito al meglio il compito assegnatogli. Younghusband è una figura chiave del Grande gioco spionistico diplomatico dell’epoca, ma il libro acquista ancora più valore per il suo autore: Peter Fleming è stato uno dei grandi travel writers inglesi degli anni Trenta: il suo News from Tartary rimane ancora oggi un capolavoro. Ebbe una vita avventurosissima, servì a Ian Fleming, che era suo fratello, come ispirazione per la creazione di James Bond, l’agente segreto 007…

grandegiocoindiapakistan
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