Scritto agli inizi degli anni Novanta, il viaggio in Vespa di Bettinelli da Roma a Saigon è il primo di una serie di cinque che porterà l’autore romano ad attraversare il pianeta da una punta all’altra sempre in sella alla sua indistruttibile Vespa.
Negli oltre ventimila chilometri che accompagnano il lettore in questo immenso percorso dalla nostra capitale fino all’ex Ho Chi Min City, scopriremo gli incantevoli paesaggi dell’Anatolia, la martoriata storia dei Curdi, l’eternità dell’antica Persia, le millenarie popolazioni dell’India, fino ad arrivare, con qualche imprevisto di frontiera, nel cuore del Sudest asiatico, dove Bettinelli potrà accendersi la sigaretta tanto agognata in sette mesi di viaggio. Giorgio Bettinelli ha il merito non solo di aver scritto un libro che è entrato a fare parte dei classici della letteratura di viaggio, ma anche quello di essere stato il pioniere, e oggi l’icona, dei viaggi in Vespa.
Ne parliamo con Lorenzo Franchini che, oltre ad aver incontrato più volte Bettinelli, è stato relatore di un incontro a lui dedicato a cura della libreria Gulliver di Verona, nel contesto del Goose Festival di Zevio. Appassionato vespista è a sua volta autore del libro “Dove finisce il mondo“, Alpine Studio Edizioni, in cui racconta del suo viaggio in Vespa attraverso la Patagonia argentina. Buona lettura!
Cosa rappresentano i libri di Bettinelli per gli amanti del viaggio in Vespa?
Bettinelli ha la grossa responsabilità di aver portato tanta gente a guardare la propria Vespa con occhi nuovi. Grazie ai suoi libri in tanti hanno realizzato che in sella a una Vespa, oltre che a scuola o al lavoro, si poteva andare lontano, molto lontano. Che dopo aver sognato di viaggiare sulle sue pagine si poteva provare a farlo veramente.
Bettinelli scrive: La fiducia è indispensabile come la benzina. Quanto è importante credere in sé stessi per portare a termine imprese del genere?
Direi che è fondamentale. In uno dei suoi libri Bettinelli ha scritto che pur viaggiando in solitaria non si è mai sentito solo: affermare una cosa del genere dimostra una determinazione non indifferente senza la quale tutto diventa più difficile, se non impossibile.
A un certo punto Bettinelli si rende conto, quando è già in Asia Centrale, di essere partito senza neanche una scatola di aspirine. Inoltre dice che: le vaccinazioni non erano obbligatorie in nessuno dei paesi del mio itinerario. Che prevenzioni mediche si consigliano a chi volesse intraprendere un viaggio del genere?
Soprattutto ora che stiamo uscendo da una pandemia considerare gli aspetti sanitari è una cosa imprescindibile. Oltre alla profilassi è indispensabile anche una buona assicurazione di viaggio per infortuni e malattie. Si tende a preoccuparsi solo quando si viaggia in luoghi remoti, ma basta una banale appendicite mentre si è in viaggio negli USA per vedersi addebitare costi di ricovero stratosferici.
Già allora, siamo nel 1992, l’autore romano mette in evidenza sfumature del turismo che snaturano i luoghi e omologano la rivelazione esplorativa, come le code nei luoghi di culto, che coprono spesso l’unico punto di luce, o i poveri in India che diventano attrazione turistica. Da allora a oggi, anche alla luce dei tuoi viaggi in Vespa, pensi che questa piega sia peggiorata?
Credo che oggi il turismo sia sempre più consapevole e responsabile. Nonostante ciò si tende ancora a fare distinzione tra turista e viaggiatore. Entrambi si devono confrontare con quanto trovano sulla loro strada, si tratta forse di trovare le strade che fanno al caso nostro in base alla nostra sensibilità. Io credo che in un viaggio ci sia spazio anche per esperienze che deludono le nostre aspettative, situazioni amare che però ci aiutano a maturare nella nostra evoluzione di osservatori curiosi. Il mondo cambia: una cosa che mi rattrista della scomparsa di Bettinelli è il fatto che non potrà tornare nei luoghi in cui è stato per raccontarci, come solo lui sapeva fare, come sono cambiati.
In tutto il viaggio di Bettinelli, la sua Vespa ha avuto solo un piccolo guasto alla candela, e poi è sempre stata fluida e rombante. È un mezzo davvero così indistruttibile? Cosa dà in più rispetto a un altro mezzo su due ruote?
La prima cosa che mi viene in mente è la ruota di scorta! Scherzi a parte, l’affidabilità della Vespa è cosa nota. Bettinelli non ha mai fatto mistero della sua ignoranza meccanica e ammette la sua fortuna nell’essere diventato vespista per puro caso. La sua prima Vespa gli venne data a saldo di un debito e il feeling fu immediato. Gli avessero dato un motociclo di altra marca e modello oggi forse parleremo di una storia completamente diversa.
Quanti sono oggi in Italia gli appassionati di viaggi in Vespa?
Difficile quantificarli numericamente, in Italia ci sono centinaia di Vespa Club, parliamo quindi di migliaia di appassionati. Tra questi gente che intraprende viaggi impegnativi: in questo momento il più bettinelliano è un giovane milanese, Ilario Lavarra, partito ormai oltre due anni fa per il giro del mondo. Dopo aver viaggiato a lungo in Europa e in Africa ora è sulla via dell’Asia. Al momento è bloccato in Iran a causa del Covid.
Un po’ bettinelliano lo sei anche tu, che dopo aver viaggiato in Vespa ne hai scritto in un libro.
La mia esperienza non è nemmeno paragonabile a quella di Bettinelli. Sono uno dei tanti che dopo aver letto le sue pagine per tanto tempo ha sognato di partire per terre lontane, cosa che un giorno sono riuscito a fare in compagnia di altri amici vespisti, sognatori come me. Condividere in un libro la mia esperienza è stato il mio modo di dirgli grazie per ciò che ha fatto e ciò che ha scritto. Impossibile fare un viaggio del genere senza pensare a lui e nel mio libro ci sono diversi passaggi a questo riguardo.
Per chiudere ti dò una notizia freschissima: è finita proprio in questi giorni la lavorazione di un film sulla vita di Giorgio Bettinelli dal titolo “Il vespista”. Si tratta di una produzione indipendente basata su un’operazione di crowdfunding che si è finanziata grazie alle vendite della ristampa anastatica del libro fotografico “In Vespa oltre l’orizzonte”, dopo che si sono resi disponibili gli impianti stampa originali, messi a disposizione dagli eredi (la moglie e il fratello).
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ciao a tutti, voglio solamente testimoniare le mie avventure in solitaria con la mia Vespa 200 PX del 1985,(piccolissime al confronto del viaggio di Bettinelli) Portogruaro Capo Nord con tantissime deviazioni lungo il percorso e Portogruaro Isole Far Ore Islanda, mentre tra pochi giorni parto per Cipro attraversando i Balcani la Turchia e rientrando per la Grecia Albania Montenegro e Croazia, sempre per quella maledetta voglia di guardare dietro la collina cercando di superare sempre l’orizzonte……….