• Chi siamo
  • letteratura di viaggio
    • racconti di viaggio letterario
    • Recensioni di libri di viaggio
    • Interviste
  • Pubblicizza
  • Collabora
  • I nostri tour letterari
  • Follow Me On

  • Chi siamo
  • letteratura di viaggio
    • racconti di viaggio letterario
    • Recensioni di libri di viaggio
    • Interviste
  • Pubblicizza
  • Collabora
  • I nostri tour letterari

“Essere terra. Viaggio verso l’Afghanistan”, di Lorenzo Merlo

Giugno 21, 2020

Articolo di Arianna Caviglioli

Fotografie di Lorenzo Merlo

Ventitremila chilometri in centotredici giorni, verso l’Afghanistan e ritorno. Tra antichi borghi forieri di storia, incontri inaspettati, briglie istituzionali e incandescenti striature di sabbia. Impossibile renderne l’idea con una frase o poche battute, necessario trasformare quell’avventura in un’opera narrativa: Essere Terra. Viaggio verso l’Afghanistan. Il libro racconta il viaggio, di andata, che il giornalista e fotografo Lorenzo Merlo realizza nel 2012, dove verso suggerisce la difficoltà di raggiungere un territorio martoriato dai conflitti e vittima di stereotipi occidentali.

La pianificazione dell’itinerario non rispecchia un classico canovaccio turistico da un tempio alla moschea successiva, da una basilica a una capitale, né è pensato per seguire le vie più sicure e percorribili. La strada segue un filo conduttore letterario. Merlo va infatti alla ricerca di quei luoghi resi simbolici dal passaggio di tre scrittori europei dello scorso secolo: Annemarie Schwarzenbach (1908, Zurigo,1942, Sils im Engadin, Svizzera), Ella Maillart (1903, Ginevra, 1997, Chandolin, Svizzera) e Nicolas Bouvier (1929, Lancy, Svizzera, 1998, Ginevra, Svizzera).

“Loro, che erano fratelli, che mi avevano obbligato a raggiungerli la, che mi avevano assistito. Loro, che avevano saputo creare la combinazione di parole per raccontare nei libri i colori rimasti negli occhi e gli occhi rimasti nel cuore. Racconti da far rabbrividire i diplomatici di oggi; tensioni per nulla ammorbidite dai successivi decenni di saggezza europea; consapevolezza di egemonia occidentale gia allora evidente, gia allora in opera, gia allora vergognosa; incontri con meraviglie culturali e umane, geografiche e storiche. Che viaggi erano stati. Che giusto averli invidiati, cercati, inseguiti. Che bello averli amati”.

Essere terra. Viaggio verso l’Afghanistan

Un itinerario dalla castellatura curiosa che si dirama per seguire le tracce dei tre scrittori, levigate dal tempo e alterate dai processi storici. Un racconto da leggere tutto d’un fiato, fermando lo scorrere del tempo per immergersi in quattrocentonovantadue pagine euroasiatiche.
Lo stile narrativo è quello di una poesia chirurgica, che fa accomodare il lettore direttamente accanto a Lorenzo nel defender – unico vero compagno di viaggio dell’autore, “ammirato dai bambini e sospetto tra i grandi”: troppo simile a un mezzo militare per entrambi.

“Il defender avanzava come un’astronave priva di attriti, penetrando come un granello nel cosmo d’oriente, luminoso, scarno”.

Essere terra. Viaggio verso l’Afghanistan
Ḫattuša, resti della capitale ittita, luogo dell’invenzione della scrittura

Partendo con la scoperta della fiera e geometrica Trieste, rigenerandosi su quei “troni dove si racconta la vita” che sono le panchine dell’ex-Jugoslavia, il lettore intravede con amarezza quelle tag d’odio con cui gli spray cetnici e ustasa hanno vicendevolmente stuprato le carcasse edilizie nemiche durante i recenti conflitti balcanici, per poi risalire in paradiso accompagnato da note gitane:

“Nel mio immaginario, quelle vite, sarebbero uscite dalle musiche, dalle canzoni e dal serpeggiare di pupille nere di uomini che stanno insieme al fango e al niente, e cantano la vita. In giacca e cravatta, o quello che hanno, sul cassone del carro, col sedere sdrucito, dietro il fiato caldo di ossute bestie pazienti, scarpe a punta e suola sottile, anche bianche e nere e comunque libere dalla paura del freddo e di insozzarsi, con le fisarmoniche a fianco, ancelle di vite estrosamente sfacciate, pronte al malinconico assalto ad un ottone, come i coltelli e i fucili, pronti a fare la festa più che ad andarci, a sparare per aria più che ai nemici. E galline ruspanti, camicie state candide, mai a misura, girotondi garantiti per chi c’e”.

Essere terra. Viaggio verso l’Afghanistan

Il lettore prosegue perdendosi nei profili vulcanici del lago turco di Van, tra i resti del Muro d’Alessandro, e nelle trame raffinate dei Gabbeh (Tappeti del sud dell’Iran), fino a raggiungere il tanto bramato paesaggio afghano:

“Ottanta percento montagne; venti percento deserti; l’aridità semi assoluta; la vegetazione limitata ai contorni degli alvei; la pochezza di strade; i collegamenti duri e lenti. Non sono solo una sintesi statistica, sono paesaggi geografici che hanno fatto la storia, e sono necessari per comprenderla. Una geografia che spiega i pochi contatti tra comunità; che permette di capire come le norme e le esigenze di una possano scontrarsi con quelle di altre, al di là delle montagne, lontane giorni a dorso d’asino lungo piste desertiche e inverni esiziali”.

Essere terra. Viaggio verso l’Afghanistan

Considerazioni intimistiche su territori, popoli e culture si alternano a inquadramenti storici che non lasciano spazio a tendenze eurocentriche, ma al contrario le denunciano senza garbate parole. Come per il Kosovo, “dolore immanente, amputazione senza opzioni di risarcimento”, anche in Afghanistan – già Vietnam dell’Unione Sovietica nel 1979 – l’Occidente ha assassinato la comunità indossando una maschera buonista. Le cosiddette “missioni umanitarie” non hanno fatto altro che incrementare il fanatismo religioso e la corruzione epidemica, per non parlare dei danni culturali causati dalla cieca importazione di modernità.

“In pochi anni i trilioni di dollari occidentali in aiuti militari avevano cresciuto nettamente l’estrema povertà. Anche a Herat, perla del passato, fiore all’occhiello di un Afghanistan colto e all’avanguardia – nonostante le migliaia di miliardi di euro e le apparenti parole della democrazia – si assisteva ad un evidente incremento di poveri veri, quelli che si accucciano lerci come fuochisti a fianco dei cassonetti. Una scena convincente per restare perplessi nei confronti del cosiddetto intervento occidentale. Nessun altro argomento era riuscito a dimostrare cosi efficacemente cio che tanti stimati convegni di illuminati avevano tentato di nascondere”.

Essere terra. Viaggio verso l’Afghanistan
Mercato degli uccelli di Kabul, Afghanistan

Profumi nauseanti, completini sexy nelle vetrine e insegne luminose hanno iniziato ad assuefare quei luoghi che Lorenzo aveva creduto ancora pii come nei libri di Schwarzenbach, Maillart e Bouvier. Per fortuna molte bellezze centrorientali sono rimaste ancora intatte e si possono respirare boccate d’aria pura nella torre dell’onirico Minareto di Jam, tra la frutta secca dei bazaar di Kabul e soprattutto nei piccoli villaggi.

“Ammiravo la disposizione delle case, la cura delle rifiniture, i particolari degli infissi, delle porte, la geometria di muri e pareti, i tetti piatti. Era la mia lente deformata a darmi quel piacere o tutti avrebbero visto il registro armonico di quelle comunita? La successione prolungata di piccole vallate percorse da acque mai imbrigliate da sponde artefatte, era un ritornello di serenita. Un mondo silenzioso, cantato dal vento, nel quale uomini e donne si muovevano seguendo le vite sulle orme dei loro avi. Le donne erano regine, in costumi di tessuti a fondo rosso e colori solari”.

Essere terra. Viaggio verso l’Afghanistan

Ma il viaggio di Merlo è anche interrotto da inaspettate contingenze burocratiche, che trasformano la delicata trama del libro in un groviglio kafkiano. Dopo ore sudate alla frontiera tra Iran e Afghanistan, l’ambasciata italiana elabora infinite congetture per impedirgli di raggiungere Kabul, dato che come non esita a confessare il giornalista Faisal Karimi: «It’s too much dangerous. It’s not possible to reach Kabul driving your car». In effetti, ci vuole coraggio ma anche ottusa ostinazione nel compiere un viaggio con la sentinella costante che tutto potrebbe degenerare in arresti, rapine o peggio ancora violenti sequestri. Ma d’altronde, era l’unica via per Essere Terra.

Ogni visitatore che non vorrà essere terra tenderà a corromperlo spianando la strada all’inesorabile mannaia della modernità, che passerà a mietere tradizioni, a imporre consumi, a distribuire cioccolatini e telefonini, ad addomesticarlo, fino a renderlo accessibile a pullman pieni di camicie colorate, riempite di corpi in bermuda a caccia del pittoresco.

Essere terra. Viaggio verso l’Afghanistan
Bamiyan, struttura buddista bombardata e distrutta dai talebani nel 2001, centro dell’Afghanistan

afghanistanasia centrale
Share

home  / interviste  / letteratura di viaggio  / Top

You might also like

Intervista a Tino Mantarro, autore di “Nostalgistan. Dal Caspio alla Cina, un viaggio in Asia Centrale”
Gennaio 17, 2021
Il Grande Gioco. Dialogo con Federico Mosso
Giugno 14, 2020

Leave A Reply


Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • Follow Me On

  • Like Us On Facebook

    Facebook Pagelike Widget
  • Tag

    #romanzostorico africa america asia asia centrale caucaso cina colonialismo ddr egitto etiopia feltrinelli fotografia francia germania giornalismo grandegioco guide letterarie india iran isola italia jack london letteratura di mare letteratura di viaggio lisbona mare marocco mediterraneo pakistan palermo racconto reportage russia saggistica saggistica di viaggio sciascia scienza sicilia spagna Stati Uniti storia theroux trieste uk


  • Recent Posts

    • Marrakech, un ricordo della Medina
      Dicembre 11, 2022
    • “The best of 2022”, i migliori libri di viaggio dell’anno.
      Dicembre 8, 2022
    • Trekking sul Monte Muculufa: natura, misticismo e pioggia di novembre.
      Novembre 28, 2022
  • Tag

    #romanzostorico africa america asia asia centrale caucaso cina colonialismo ddr egitto etiopia feltrinelli fotografia francia germania giornalismo grandegioco guide letterarie india iran isola italia jack london letteratura di mare letteratura di viaggio lisbona mare marocco mediterraneo pakistan palermo racconto reportage russia saggistica saggistica di viaggio sciascia scienza sicilia spagna Stati Uniti storia theroux trieste uk
  • Like Us On Facebook

    Facebook Pagelike Widget

© Copyright i viaggi letterari di Blasco da Mompracem 2019 - P.Iva 02922160847

Gestisci Consenso Cookie
Usiamo cookie per ottimizzare il nostro sito web ed i nostri servizi.
Cookie funzionali Sempre attivo
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Gestisci opzioni Gestisci servizi Gestisci fornitori Per saperne di più su questi scopi
Visualizza preference
{title} {title} {title}